La scoliosi è una patologia strutturale della colonna caratterizzata da una deviazione vertebrale che si manifesta con una flessione laterale accompagnata da rotazione delle vertebre.
È una patologia evolutiva, che tende cioè a peggiorare con il tempo. Non è correggibile e si manifesta clinicamente con un gibbo (sporgenza) lombare o toracico.
L’atteggiamento scoliotico, invece, è un atteggiamento posturale, non strutturale e non evolutivo (reversibile alla sospensione dello stimolo che lo ha indotto). A differenza della scoliosi non è caratterizzato da rotazione vertebrale, né da gibbo costale o lombare. Spesso bambini e ragazzini presentano vizi posturali legati ad errate posizioni mantenute a scuola, durante lo studio o a causa di zaini pesanti.
A volte atteggiamento scoliotico e scoliosi, all’esame obiettivo e (a prima vista) a quello radiografico, hanno quadri clinici molto simili: in entrambi si osserverà una sopra elevazione della spalla e, alle radiografie, una deviazione laterale del rachide. Nell’atteggiamento scoliotico non vi sarà, però, gibbo costale o lombare, né rotazione vertebrale (visibile a un attento esame radiografico).
Scoliosi
Nell’ 80% dei casi si parla di scoliosi vera idiopatica, la cui causa non è conosciuta, ma spesso ha una componente eredo-familiare. Negli altri casi, la scoliosi è solo uno dei sintomi di patologie più complesse, di tipo neurologico, congenito, malattie del connettivo, miopatie, ecc.
Si presenta con maggior frequenza nel sesso femminile, ciò è spiegabile forse con lo sviluppo puberale più rapido.
A seconda dell’età di comparsa possiamo distinguere tra forme infantili (0-3 anni, parità di sesso, prognosi non favorevole), giovanili (fra 4 e 10 anni) e dell’adolescenza (11-13 anni). La pubertà è realmente uno spartiacque, oltre il quale la percentuale di evoluzioni negative scende dal 60% al 7%. La valutazione iniziale ha lo scopo di escludere patologie neurologiche di base capaci di generare scoliosi. La visita si effettua con il paziente in piedi e poi chinato in avanti, si valutano così le asimmetrie del tronco ed i gibbi (sporgenze presenti sulla schiena), per differenziare le vere scoliosi dagli atteggiamenti scoliotici.
L’esame radiografico della colonna in toto completa ed arricchisce la diagnosi, perché consente di misurare geometricamente l’angolo di curvatura della scoliosi e di riconoscere eventuali malformazioni congenite delle vertebre.
La scoliosi può causare problemi di natura cosmetica, posturale, cardiorespiratoria o provocare dolore alla schiena secondo la gravità, la sede della curva e l’età dei soggetti.
La deviazione del tronco, l’asimmetria dei fianchi e delle spalle sono causa di un disagio più sentito negli adolescenti e nei giovani adulti, mentre il dolore è descritto soprattutto dopo i 30-40 anni ed è dovuto al sovrapporsi di fenomeni degenerativi.
Nelle curve più gravi e progressive, che superano i 70-80° e che interessano soprattutto il tratto toracico, possono essere compromesse le funzionalità cardiorespiratorie.
Trattamento scoliosi
Al primo manifestarsi dei sintomi, si può intervenire per bloccare il peggioramento della patologia. La scelta del trattamento dipende dalla gravità e dalla tendenza al peggioramento (evolutività) delle curve, che può essere molto variabile.
Nelle scoliosi meno gravi (al di sotto dei 20°) è indicata la ginnastica posturale ed il monitoraggio per verificare se la scoliosi è progressiva.
Nelle curve di media gravità (dai 20 ai 45°) si utilizzano i corsetti ortopedici, preceduti da correzione con busti gessati, nelle forme più rigide.
Il busto dovrebbe essere usato a tempo parziale e sempre associato a ginnastica.
Quando il trattamento con i corsetti non riesce, per varie ragioni, a fermare la progressione della scoliosi o nei casi di curve che hanno tendenza al rapido aggravamento (oltre 45-50 °), si consiglia l’intervento chirurgico, che ha la finalità di correggere la curva ed arrestarne la progressione. Si effettua un’artrodesi (correzione della deformità scoliotica e fissazione) che comporta una diminuzione di flessibilità, ma un miglioramento delle curve della colonna.
L’intervento ha lo scopo di evitare i problemi di natura posturale, cardiorespiratoria ed di dolore, che si manifesterebbero se la scoliosi continuasse a peggiorare.
Atteggiamento scoliotico
L’atteggiamento scoliotico è una problematica reversibile, non evolutiva che comporta una deviazione del rachide, riducibile.
È caratterizzato da assenza di gibbosità quando il paziente è a tronco flesso e dalla scomparsa della deviazione in posizione prona.
Nei bambini in età scolare con portamento rilasciato, ipotonia o iperlassita, è possibile osservare atteggiamenti scoliotici anche senza causa apparente.
Questa problematica potrebbe anche essere dovuta ad infezioni o neoplasie (con presenza di dolore e rigidità), a contratture congenite o acquisite di un’anca con conseguente obliquità pelvica, ad eterometria degli arti inferiori ecc.
Gli atteggiamenti scoliotici regrediscono una volta eliminate le cause che li hanno prodotti e non evolvono verso una scoliosi vera. Oltre ad eliminare la causa scatenante, un programma di esercizi posturali mirati è la migliore terapia per bambini e ragazzi in età evolutiva.
Conclusioni
Coloro che hanno frequentato un corso massaggio riconosciuto sono a conoscenza dell’importanza nel distinguere un atteggiamento scoliotico da problematiche strutturali della colonna. Il primo ha un trattamento esclusivamente conservativo, mentre nel secondo caso potrebbe essere necessario l’impiego di ausili ed il monitoraggio della gravità della patologia per valutare un intervento chirurgico.
In entrambi i casi la ginnastica posturale è un alleato fondamentale per migliorare la sintomatologia e stabilizzare le curve. Inoltre, sarebbe importante a livello scolastico favorire una corretta educazione sull’importanza dell’igiene posturale e dell’attività sportiva per prevenire problematiche muscolo scheletriche.