Consigli di Alberto Navone ai giovani massaggiatori che iniziano questo percorso lavorativo
Il massaggiatore è un lavoro che richiede una serie di peculiarità che negli anni mi hanno sempre più portato a pensare a questa tipologia di vita come a una nicchia speciale in cui pochi hanno la possibilità di accedervi perché il massoterapista non è un mestiere per tutti.
Svolgo questa attività da ormai dieci anni e per mia fortuna e merito ho avuto la possibilità di farlo in numerose strutture, da grandi a piccole, da organizzate a disorganizzate, in libera professione e da dipendente; posso tranquillamente affermare che nonostante le fatiche e gli investimenti fatti non cambierei questa vita con quella di nessun altra persona perché rappresenta una passione e uno stile di crescita.
Proprio da questo intendo partire nel far arrivare il concetto, la passione per questo lavoro ritengo sia la caratteristica imprescindibile per poterlo eseguire, coltivare, dimostrare e divulgare. Questa passione è necessario che parta da noi, in primis verso di noi, poi nei confronti di ciò che ci circonda e ultimo ma non in ordine di importanza, verso gli altri che ne fruiscono; in questi tre parametri si svolge la crescita che porta una persona a svolgere questa mansione con successo rispetto a chi questo lavoro lo svolge con l’ottica di “timbrare il cartellino”.
Caratteristiche fondamentali del massaggiatore
Nel primo parametro riguardante la nostra persona ritengo molto importante specificare alcune caratteristiche e altrettanti dettagli che meglio raffigurano la “persona tipo” in grado di ricoprire questo ruolo; al primo posto ci va la cura di se stessi che può voler dire tutto e niente o sembrare un discorso banale e basato sul buonsenso ma, per esperienza, posso affermare che non è cosi. Iniziamo dallo strumento di lavoro che ci identifica e distingue più di tutti gli altri, le mani… le mani dovrebbero essere forti per riuscire a mobilizzare e prendere il o i tessuti, elastiche e flessibili per potersi muovere in modo sinuoso sulle varie parti del corpo e tra di loro nelle manualità più complesse, ben idratate e morbide per permettere a noi operatori il giusto feeling con la cute e a chi riceve la sensazione di essere avvolti in un tocco piacevole e rassicurante. Nella cura delle mani risulta importante avere le unghie tagliate e arrotondate per evitare di creare danni e/o fastidi come graffiature, arrossamenti, abrasioni o comunque sensazioni non piacevoli e che anzi ostacolano il rilassamento; la pelle va idratata con creme e “levigata” per ostacolare la formazione di calli, duroni o semplici cuticole di pelle secca che, al pari delle unghie, risultano davvero poco piacevoli al contatto. Siccome con le mani noi effettuiamo massaggi in ogni parte del corpo, è buona norma osservare anche altre accortezze come ad esempio evitare di fumare, o almeno se possibile non nelle vicinanze di un trattamento in quanto l’odore sgradevole di fumo che ne rimane viene percepito in toto da chi riceve il nostro massaggio; ultima considerazione sulla pulizia dove mi sento di consigliare un’accurata e scrupolosa attenzione ai dettagli che, seppur banali, ci permettono di mantenere in salute noi e i nostri strumenti principali, sia prima di effettuare un massaggio che dopo averlo terminato, pratica questa utile anche a livello energetico proprio per andare a “lavare via” tutte le energie accumulate nella sessione appena terminata.
Concluso il discorso mani e relativa cura di esse, passiamo a esaminare quello che è l’ambiente che ci circonda, ovvero il nostro studio, il camerino o la semplice stanzetta adibita alla pratica del massaggio, questa zona va arredata e sistemata a proprio gusto ma reputo essenziale indicare alcuni dettagli utili; il colore delle pareti è consigliabile sia su tonalità che portino al relax come ad esempio un giallo tenue o un marrone a discapito di colorazioni molto accese come il rosso che invece “caricano” l’ambiente; il lettino se mantenuto fisso è preferibile sia di legno perché fa più accoglienza oltre ad essere un materiale “caldo”, allestito con un lenzuolo ad angoli elastici che lo avvolga e sopra di esso due teli di spugna che lo ricoprano per intero e, quello dalla parte degli arti inferiori, che fuoriesca di almeno una cinquantina di centimetri in modo che si possa risvoltare per coprire i piedi della persona una volta coricata; il nostro lettino cosi allestito manca solo più del telino monouso che può essere in tnt o in carta.
A questo punto passiamo alla cura della persona nostra ospite, la quale andrà mantenuta coperta durante tutta la durata del massaggio con un ulteriore telo in spugna, possibilmente a tinta unica, che verrà spostato solo per esporre la o le parti del corpo in modo da mantenere il giusto distacco e permettere alla persona di non sentirsi invasa nella sua privacy; il riscaldamento andrà necessariamente graduato nel rispetto del nostro cliente considerando che sarà senza vestiti o al massimo in intimo e, in aggiunta a questo, man mano che il massaggio prosegue abbiamo un abbassamento della temperatura corporea in chi riceve il trattamento, questo dovuto a una risposta riflessa del corpo che in situazione di relax modula alcuni parametri nervosi e ci trasforma dalla modalità “giorno” alla modalità “notte” abbassando i gradi corporei; l’illuminazione sarà bassa per favorire il rilassamento e di sottofondo andremo ad utilizzare una musica adeguata spaziando tra i tantissimi generi che più si prestano a questo lavoro, dalla classica alla lounge, da Buddha bar al jazz fino ai suoni della natura.
Ultimo capitolo, che racchiude un pò tutti noi stessi, riguarda la nostra persona nel senso più profondo, noi intesi come esseri costituiti di corpo, mente e anima; consiglio spassionato che mi sento di fornire a chiunque si accinga di intraprendere questo percorso è di investire su se stessi e sulla comunicazione perché noi in primis veniamo in contatto con clienti/pazienti/persone/ospiti che ci presentano tendenzialmente un loro disagio che può manifestarsi in svariati modi, e noi abbiamo il dovere di sapere come essere di aiuto a queste persone che vedono in noi un professionista e un riferimento. Questo è possibile solo se noi siamo consapevoli della nostra figura professionale e se abbiamo gli strumenti necessari per poter comunicare con chi si rivolge a noi.