Spesso si ricorre ad un massaggio decontratturante proprio a causa dei trigger point, ovvero quelle zone della muscolatura dolorose al tatto, che creano sofferenza con la loro continua tensione patologica.
Una tra le prime nozioni dei corsi di massaggio è data proprio dalla capacità di decontrarre queste zone tese, dense e dolorose, che creano continuo fastidio in un punto (trigger) ma anche nelle zone muscolari circostanti.
Ma, di certo, non si tratta di muscoli solo contratti, magari a causa dell’ansia quotidiana… i trigger point sono zone da trattare con cautela, rappresentando dei punti critici della muscolatura.
Come si formano i trigger point
Si tratta di nodi delle fibre muscolari, che sono costituiti da sarcomeri in massima contrazione. Prima di tutto, è bene sapere che le fibre muscolari, cellule lunghe ma molto sottili, sono formate da filamenti lunghi, le miofibrille, oltre che da mitocondri e molecole di glicogeno. Ogni miofibrilla è formata da tanti sarcomeri in fila, i quai reagiscono agli stimoli nervosi contraendosi e accorciandosi (fino alla metà del muscolo stesso!).
Il dolore dei trigger point è dovuto principalmente dalle irritazioni delle terminazioni nervose coinvolte nella muscolatura, dovute alla liberazione di sostanze vasoattive, dovute a loro volta dall’accumulo di rifiuti chimici non rimossi dall’organismo (tossine prodotte dal metabolismo anaerobico come l’acido lattico).
Da questa irritazione nasce una infiammazione, che nel tempo è responsabile del dolore del trigger point. Inoltre, si crea una condizione detta di iperalgesia, ovvero un aumento del dolore che si estende anche in zone della muscolatura limitrofe a quelle doloranti dal principio.
Le cause che determinano la comparsa di un trigger point sono riconducibili a:
- stress psico-fisico prolungato
- mancato stretching della zona in questione
- traumi e infortuni
- sforzi fisici eccessivi e prolungati
- iperstimolazione neurologica
- ipertensione.
La tensione dei trigger point limita i movimenti della zona muscolare, per questo è fondamentale trovare il modo di trattarli tramite massaggi decontratturanti o di altra tipologia, che possano lenire il dolore e scioglierne i nodi muscolari.
Cosa sono ma anche quante tipologie presentano i trigger point
Per capire come eseguire manipolazioni e trattamenti dedicati ai trigger point, è importante capire anche di quale tipologia appartengano.
Trigger point attivo – la digitopressione o palpazione crea nella zona un dolore simile a quello di cui si soffre, dato che si tratta di un punto sempre soggetto ad irritazione e infiammazione.
Trigger point latente – la disfunzione muscolare è indolore e si può riattivare improvvisamente con traumi, stiramenti, posture scorrette o sovraccarichi.
Trigger point centrali – si trovano al centro del ventre muscolare.
Trigger point laterali – il dolore si crea nei muscoli intorno a quello centrale.
Sono presenti poi trigger point nei punti tendinei (zone di attacco della muscolatura), e quelli correlati a problematiche come scoliosi, iperlordosi e postura scorretta.
In tali casi, oltre alla manipolazione tramite massaggio o trattamento di fisioterapia, sarà fondamentale lavorare sul mantenimento della corretta posizione del corpo e su una costante azione di ginnastica posturale, che possa correggere o limitare le situazioni di tali patologie del rachide.
Se la sintomatologia dolorosa è sempre presente, si fa spesso acuta nel caso di movimenti muscolari considerati eccessivi dal sistema muscolo-scheletrico; il dolore varia ovviamente in base alle zone muscolari, al numero di muscoli coinvolti, ai limiti di mobilità associati e alla cronicità – un trigger point trascurato peggiora di mese in mese.
I trigger point possono essere disattivati tramite un loro “blocco”, che tratti la sintomatologia dolorosa in modo approfondito.
Il blocco dei trigger point agisce sulle cause e per la prevenzione, diminuendo la pressione nella fascia di fibre nel tessuto connettivo che ricopre i muscoli.
Come sciogliere i nodi fibrosi dei trigger point
Un massaggiatore esperto oppure un fisioterapista sono in grado di trattare i trigger point manipolando le aree e i distretti muscolari interessati con massaggi efficaci.
Di regola, il tipo di massaggio decontratturante è la base per altri trattamenti mirati ad evitare il dolore, cercando l’inibizione tramite l’allungamento o l’accorciamento muscolare.
Si deve agire con un costante lavoro di stretching muscolare, lento e specifico per il muscolo in questione, sulla postura corretta e sul rinforzo dei muscoli deboli.
La ginnastica posturale e le sedute di massaggio per i trigger point sono un connubio ottimale per lenire la situazione nei primi tempi e poi agire per risolverla. Vanno tenute a bada l’ansia e la posizione del corpo, e si deve lavorare in molti casi anche sul sovrappeso, dato che alcune zone muscolari e articolari risentono del carico corporeo eccessivo.
In alcuni casi è bene valutare traumi o infortuni del passato, così come le possibili anomalie ossee e le possibili carenze di sali minerali o vitamine.
Perché trattare i trigger point
Utilizzare massaggi decontratturanti e trattamenti specifici per questa problematica è importante, non solo per migliorare lo stato doloroso ma anche per evitare che i deficit di funzionalità del muscolo, possano creare problemi dovuti a lombalgia, cervicalgia, dolori di emicrania e mal di testa, epicondilite, distorsioni a polsi e caviglie, sciatica, dolori articolari, dolori muscolari e diminuzione della forza muscolare, blocchi del diaframma, gastrite o stitichezza.
La correlazione con il sistema nervoso autonomo, fa del trattamento dei trigger point non una cura mirata non solo al singolo muscolo, ma legata anche a processi differenziati legati al sistema nervoso di altra tipologia, come si evince anche dalle interazioni con altre patologie.