In molte scuole di massoterapia o di operatori olistici e del benessere viene utilizzata una tecnica per sviluppare il tocco, per entrare in contatto e per sentire l’altro: è il massaggiare al buio o bendati. Questo serve a sviluppare la sensibilità nelle mani, strumento e dono del massaggiatore. Le mani hanno un valore simbolico e archetipico molto importante che va al di la del solo afferrare oggetti . Il compito e il tema delle mani sono la conoscenza, l’apprendimento, il contatto, la comunicazione, la manipolazione, dare segnali, agire nel mondo e portare in risalto le proprie azioni e anche metterle in dubbio.
Tramite le mani il massaggiatore porta benessere
Il massaggiatore attraverso le mani dona sollievo ed energia, può trasmettere calma o agitazione, calore o freddezza.
La mano con le 5 dita aperte sta ad indicare la potenzialità di espressione della coscienza umana, che si traducono nelle opere concrete fatte con le mani.
Se osserviamo la mappa dell’ Homuncolus corticale (“è una rappresentazione della suddivisione anatomica dell’area somestesica primaria, dove prende il nome di homunculus sensitivo o somestesico o somatosensoriale, e dell’area motoria primaria, dove prende il nome di homunculus motorio.” ) Fonte di wikipedia
Possiamo notare come l’area del cervello in riferimento alla mano e al pollice opponibile sia largamente sovrastimata, infatti insieme alla bocca e alle labbra, le mani hanno un’innervazione maggiore rispetto a tutto il corpo, questo per sottolineare l’importanza fondamentale della fonazione e della manipolazione.
In tutte le culture religiose del mondo troviamo l’intervento divino della mano di un Dio. Le mani dell’homo faber, strumento creativo rievocano la plasmazione e manipolazione della materia. Gli dei attraverso il loro intervento modellano, forgiano e scolpiscono le loro creature. Le mani incarnano la capacità suprema della coscienza di generare il mondo e la sua realtà. Esprimono il fare, l’efficienza, l’adattamento, l’espressività e la volontà di creare o di distruggere. Sono parafulmini per l’energia psichica, possono fare del bene o del male.
Ci sono molti modi di dire in riferimento alle mani: avere la mano pesante, la mano sinistra vien dal cuore, non starsene con le mani in mano. Avere mani piccole, legate o essere senza mani significa avere poca o non avere autonomia, essere limitati nelle azioni, non poter rivendicare un posto nel mondo, non poter realizzare dei progetti o desideri, non poter costruire una propria identità. Si evidenzia molto bene questo tema nella fiaba “LA FANCIULLA SENZA MANI” dei Grimm, il tema centrale della storia è la mancanza di qualcosa che non si è mai avuto o che si è perso. È la rappresentazione di una condizione esistenziale femminile, cosi maltrattata dal Paterno, che le mani espressioni della propria identità, la propria integrità fisica e psichica, sono rese inoperose. Nell’espressione che una donna “non ha le mani” si evidenzia incapacità del prendersi cura di sé. È una donna passiva alle circostanze e agli avvenimenti della vita, che non sa delle circostanze, degli avvenimenti, che non sa usare quell’ aggressività sana per afferrare ciò che vuole nella vita.
I significati nascosti dietro le mani
La mano può esprimere un silenzio semantico come gli amanti che camminano prendendosi per mano, o il conforto di una mano amica sulla spalla o le mani alzate in segno di resa. Spesso quando parliamo gesticoliamo per enfatizzare un discorso, le usano i sordo muti per comunicare. I gesti vengono utilizzati sempre come segnali nello sport, dalle forze dell’ordine piuttosto che in campo militare. Con le mani superiamo le barriere razziali, salutiamo, manifestiamo pace. In alcune culture come quelle indù e buddiste, si utilizzano i mudra che rievocano riti.
Quindi tutto quello che è stato citato sopra, fa comprendere quanto le mani abbiamo un grande significato e soprattutto per chi pratica l’arte del massaggio, professionisti che hanno conseguito un corso di massaggio, comprende che le mani rappresentano lo strumento per eccellenza del tatto.
Ma cos’è il tatto oltre ad essere uno dei 5 sensi?
Già nel feto di 2 mesi il tatto è sviluppato, ancor prima dell’udito e vista e già sentiamo nel ventre materno. Gli abbracci, le carezze e l’allattamento influenzano l’equilibrio psichico e fisico, l’autostima, l’apprendimento dell’individuo. La pelle è molto innervata e questa ricettività nervosa ci serve a delimitare i confini del nostro Io, ma in particolar modo serve per proiettare la nostra sensibilità al mondo esterno per limitarne la distanza. Il tatto coinvolge sempre la costante del nostro corpo. Il toccare ci da la prova dell’esistenza di qualcosa o qualcuno, guardare non basta. Il contatto con l’oggetto ci da la possibilità di avere informazioni su di esso e lo stesso vale per il massaggiatore. Massaggiando l’altro entriamo nella sua vita, percepiamo se è caldo o freddo, rigido contratto o rilassato, se la parte sinistra e la parte destra hanno la stessa mobilità oppure no. Un corpo che tocca o che viene toccato, esprime un bisogno di intimità e fusione molto profondo, rispetto ad un corpo che vede o che è visto… Proprio per questa ragione il contatto fisico con le figure genitoriali è fondamentale, in quanto la sua mancanza può portare in età adulta a stati d’ansia e atteggiamenti evitanti nell’intimità. Il contatto riduce la distanza tra noi e l’altro, tra noi e il mondo.
Nel contatto ci si sente protetti, rassicurati, come quando siamo nella pancia della mamma, che si rimane fluttuanti e nello stato fusionale e primario del sentire. Ed è proprio per questo motivo che la pratica del massaggio, va ben oltre all’estetica fine a se stessa. Il fare o ricevere un massaggio può essere l’arrivo ad un benessere più intimo, che ci riporta a quell’esperienza originaria di ritorno a casa, nel ventre materno.
Fonti:
Wikipedia
https://www.convincere.eu/criminologia/676/la-fanciulla-senza-mani-l-integrita-psichica-perduta
La Mente Estetica ( Dottor Giuseppe Polipo – Edizioni PSICONLINE)
Il libro dei Simboli – Riflessione sulle immagine archetipiche- ed. Taschen
Malattia come Simbolo – Rudiger Dahlke-Ed. Mediterranee