La Storia del Massaggio Svedese
Il massaggio svedese è una tipologia di massaggio da cui traggono origine tutte o gran parte delle manualità che troviamo oggigiorno nelle carte massaggi proposte nei vari centri specializzati.
Possiamo considerarlo un pò un antesignano del massaggio sportivo che conosciamo oggi perché la prima terapista che ne fece uso fu l’insegnante di ginnastica svedese Peer Ling la quale abbinò alle manualità di massaggio base, delle tecniche di mobilizzazione con esercizi fisici. Prima ancora però, ed è proprio da li che ne troviamo le radici, il medico svedese Henrik Ling ne codificò la maggior parte delle tecniche che ancora oggi utilizziamo.
Il Massaggio BASE
Questa tipologia di massaggio in realtà è la prima forma di approccio per chi intende intraprendere il percorso di massaggiatore perché si tratta di un massaggio base, in cui si eseguono le varie tipologie di manovre sui numerosi distretti corporei di cui siamo costituiti.
Classificare il massaggio svedese come un massaggio “base” può risultare superficiale e con poco appeal sia verso chi lo propone nel proprio carnet e sia verso chi frequenta un corso massaggio, perché la terminologia “base” trae in inganno e si pensa che si tratti della classica pasta in bianco che va bene sempre quando si ha fame ma che non esalta mai.
Nella mia esperienza come docente dopo e come professionista nel campo prima ho potuto apprezzare che non è cosi, nel senso che pur essendo un massaggio base, il mantra che ripeto continuamente a tutti coloro che intraprendono il percorso è il seguente “non è la tecnica che fa l’operatore ma è sempre l’operatore che la esegue”.
Con questa affermazione pongo l’accento sull’esecuzione delle varie manovre e sui benefici che possiamo apportare con esse ricordando che un campionario di decine e decine di manovre non garantisce di fare o di ricevere un massaggio eccellente!
Nella tipologia di massaggio in questione risulta necessario fare ancora un piccolo chiarimento sulla nomenclatura che si può trovare in giro; il massaggio svedese viene anche nominato come massaggio base, tradizionale, rilassante, igienico e a volte pure circolatorio.
I Benefici e la Tecnica del Massaggio Svedese
Tornando all’importanza di eseguire correttamente le manovre ci agganciamo ai benefici che esse stesse apportano partendo dalla prima forma di presa di contatto di qualsiasi massaggio, lo sfioramento.
Lo sfioramento è una manualità che serve per diverse ragioni, in primis per prendere contatto con la superficie su cui effettueremo il lavoro; questo contatto ci darà delle informazioni a noi come terapisti ma soprattutto a chi riceve metterà nella condizione di rilassamento. Questa condizione può avvenire solo se chi esegue la manovra ha una mano calda, un contatto pieno e ampio, non imprime una pressione ma ha una presa sicura e ripete i passaggi in modo fluido senza perdere il contatto con chi sta ricevendo.
La manualità seguente ci consentirà di andare leggermente in profondità per allungare le fibre muscolari e dare una sorta di stretching passivo ai tessuti; questa manovra si definisce sfregamento e differisce dallo sfioramento perché, oltre alla pressione maggiore, la posizione della nostra mano e delle dita sarà differente. Utilizzeremo principalmente i polpastrelli tenendo unite tra di loro le dita stesse per essere decisamente più selettivi e precisi sui fasci muscolari.
In entrambe le manovre avremo numerosi benefici che vanno dal semplice rilassamento, alla distensione muscolare, a un miglior flusso circolatorio sanguigno e linfatico e ultimo ma non in ordine di importanza, un tono tessutale più “vivo”.
Considerazione altrettanto importante che contraddistingue il massaggio svedese è la direzione delle manualità che predilige il flusso venoso e linfatico, quindi direzione centripeta; questo spesso è uno dei punti cardine del massaggio base che ne determina il suo successo nonostante un blasone non acclamato.
Passando alle manovre più strong, siamo nella parte tecnica vera e propria del massaggio e rispettivamente abbiamo l’impastamento e la frizione.
L’impastamento è una tecnica non invasiva che permette volgarmente di “strizzare” i tessuti o muscoli a seconda, per spremere fuori da essi i cataboliti; con questo termine intendiamo tutte le scorie, le sostanze che devono essere eliminate e che ristagnano nel nostro organismo e, grazie a questa particolare manovra vengono smossi e reimmessi in circolo. Successivamente all’impastamento risulta necessario eseguire uno o più sfioramenti, utili per veicolare i cataboliti di prima verso le zone chiamate di “scarico”, zone in cui il nostro corpo ha predisposto una stazione di linfonodi che depurano ulteriormente i cataboliti che vi arrivano.
Seconda manovra tecnica e nettamente più profonda è la frizione; con questa particolare tecnica andiamo a comprimere i tessuti gli uni sugli altri e, con dei movimenti molto piccoli in ampiezza, andiamo a provocare uno scollamento profondo e a ridare una mobilità migliore rispetto allo sfregamento.
Con queste ultime descritte risulta chiaro, rispetto alle precedenti, che l’azione profonda sui tessuti andrà a ripristinare una corretta irrorazione, un miglior smaltimento delle scorie del nostro metabolismo e una condizione di rilassamento basale dei tessuti dovuto proprio alla sensazione di scarico immediatamente post questa tipologia di manualità.
Come ogni massaggio inizia con uno sfioramento, altrettanto lo concluderemo con un ulteriore sfioramento che consente di ammorbidire la parte e terminare il massaggio con una perdita di contatto in maniera dolce e graduale.