I linfedema sono la manifestazione di una stasi inadeguata dei liquidi complessi nell’interstizio dei tessuti del derma, lo spazio sottocutaneo e a volta nel sotto aproneurosi. Sono tendenzialmente causati da una riduzione della capacità di assorbimento e del trasporto della rete linfatica o ad una eccessiva filtrazione della microcircolazione. Il linfedema degli arti si origina nel derma e nello spazio sottocutaneo e si trova principalmente sopra l’aproneurosi. Una volta che il derma è infarcito, provoca uno sconvolgimento della fisiologia locale:
- – raffreddamento della parte per via della compressione del microcircolo locale;
- – aumento della temperatura dovuta all’infiammazione per via della stasi;
- – caduta dei peli, ipercheratizzazione e lesioni cutanee, in una fase più tardiva.
Nei linfedema lo spazio sottodermico è pian piano invaso da un colloide ricco di acqua e proteine che si introflettono nei lobuli adipocitari dando un’impressione di un tessuto adiposo più voluminoso. Gli edemi sono fluidi complessi formati da acqua e da filtrati derivati dal catabolismo, anabolismo e dalle modificazioni chimiche dei tessuti biologici legate alle loro stasi locali. Una parte di questi fluidi si gelificano formando un tessuto difficilmente modificabile.
Quindi l’edema è un sintomo, non una patologia e mostra la difficoltà momentanea o definitiva delle circolazioni del ritorno: venosa, linfatica e interstiziale, di eliminare gli eccessi di liquidi e macromolecole (proteine). La degradazione e la stasi locale di questi liquidi sono le cause insieme al tempo di fenomeni fisiopatologici come l’infiammazione lovale, partendo dalla progressiva degradazione dei tessuti mal drenati, attraverando fasi di ipercheratosi, ulcere venose e linfatiche e, fino ad arrivare in casi gravissimi, a sarcomi (tumori maligni del tessuto connettivo, vale a dire del tessuto di sostegno dell’organismo). È importante sapere che l’edema deve essere trattato assolutamente!
Cause e categorie di linfedemi
Le cause del linfedema possono essere molteplici e sovrapponibili e possono essere divisi in due grandi categorie : edemi primari ( origine intrinseca) ed edemi secondari ( origine estrinseca).
LINFEDEMI PRIMARI O INTRINSECI
Questa tipologia di linfedema è causato da un problema genetico o congenito, con delle conseguenze anatomiche e fisiologiche sulla rete linfatica.
- – Genetica: vi sono più di 17 mutazioni genetiche che inducono problematiche sul sistema linfatico.
- – Congenito: per via di intossicazioni, infezioni o parasitosi contratte durante le prime settimane di gestazione
- – Immunitario: processi autoimmuni distruggono l’endotelio linfatico o fibrotizzano i linfonodi.
LINFEDEMI SECONDARI O ESTRINSECI
La seconda tipologia di linfedema è invece generalmente causata da una lesione anatomica della rete linfatica e sono molto più numerosi di quelli primari. Nelle regioni tropicali e subtropicali la causa maggiore è la Filariosi.
Le filariasi (o filariosi) sono un gruppo di parassitosi che interessano sia l’uomo sia gli animali causate da nematodi della famiglia delle Filariidae, detti comunemente “filarie”.
Fonte: Wikipedia.
Mentre in Europa i linfedemi sono maggiormente causati della chirurgia oncologica. Quindi le cause in generale sono:
- – Infezioni
- – Traumatismi
- – Tumori
- – Infiammazioni
- – Immobilita’
- – Radioterapia
La presenza di un edema significa che il sistema linfatico è incapace di eliminare o trasportare dall’interstizio l’eccesso di liquidi e di macromolecole oppure che il microcircolo lascia filtrare troppi liquidi e/o macromolecole rispetto alla capacità di riassorbimento e/o di trasporto della capacità di drenaggio della rete linfatica.
I diversi stadi del linfedema
Come illustrato in modo eccellente in questo articolo dell’Osperale San Raffaele di Roma, gli edemi sono suddivisi per stadi:
1° Stadio: linfedema subclinico in cui vi è una minima evidenza di edema distale; rapida risoluzione in posizione antideclive e durante il riposo notturno; riscontro linfoscintigrafico di minima alterazione anatomica delle vie linfatiche.
2° Stadio: edema persistente che si aggrava nel corso della giornata e che regredisce con difficoltà in posizione antideclive e durante il riposo notturno; riscontro linfoscintigrafico di severa alterazione anatomica delle vie linfatiche.
3° Stadio: edema persistente che non regredisce in posizione antideclive complicato da ricorrenti infezioni sottocutanee e cutanee (linfangite/erisipela) con evoluzione verso la linfangio-sclerosi.
4° Stadio: fibro-linfedema con arto a “colonna”, pachidermia e verrucosi cutanea linfostatica.
5° Stadio: elefantiasi con deformazione dell’arto, impotenza funzionale e alterazione del trofismo cutaneo (micosi e ulcere).
Trattamento del linfedema
Per affrontare la problematica del linfedema prima di tutto si possono utilizzare varie metodiche di indagine come:
- – LINFOGRAFIA e LINFAGIO -TC
- – LINFOSCINTIGRAFIA
- – ECO-DOPPLER
- – LINFOFLUOROSCOPIA
- – LINFAGIO-RM
- – ECO-COLOR-DOPPLER
Indagini supplementari
- – Laser-Doppler
- – Microlinfografia fluoresceinica
- – Linfografia indiretta
- – Test linfocromico di Houdack-Mc Master
- – Fleboscintigrafia
- – Flebografia
- – Arteriografia digitale
Per i terapisti sarebbe ottima cosa poter lavorare con le mappature linfatiche effettuate dagli esami di linfoscintigrafia e linfofluoroscopia per poter cosi vedere quali sono le vie linfatiche sane in cui dirigere la linfa. Per quanto riguarda le terapie ne abbiamo diverse ed è importante sapere che di fronte a tipologie di problematiche linfatiche di una certa importanza, non è sufficiente la monoterapia, qui di seguito alcuni trattamenti terapeutici:
– Farmacologico
– Tecar terapia
– Bendaggio Multicomponente
– Linfodrenaggio Manuale
– Pressoterapia
– Ozonoterapia
– Fisioterapia
– Linfotaping
– Terapia Termale
– Chirurgia
– Vacuum
Il Massaggio come trattamento per il linfedema
Il linfodrenaggio manuale è una tecnica di massaggio disto-prossimale apprendibile tramite un corso di massaggio linfodrenante che illustra come mobilizzare la linfa, favorendo la svuotamento retrogrado della rete linfatica che riceverà la linfa dal territorio da drenare. Successivamente si studia lo spostamento dei fluidi dell’edema attraverso la rete linfatica, seguito dalla ripetizione delle prime due manovre: solitamente, con il drenaggio linfatico manuale, andiamo a svuotare prima i linfonodi (possiamo farlo sia manualmente che con mobilizzazioni articolari, il modo più naturale ed efficace), poi si svuotano con il drenaggio i collettori linfatici e successivamente si fa riassorbire la linfa che si trova nell’interstizio nella rete linfatica.
È bene comunque sottolineare che le manovre del linfodrenaggio, benchè realizzate sull’edema e sulle parti di potenziale drenaggio, saranno differenti da quelli eseguite su zona funzionale o non funzionale. Ci sono degli aspetti di resistenza meccanica legati ai mutamenti del sistema linfatico e della viscosità dei fluidi che determinano le modalità di spostamento dell’edema all’interno della matrice extracellulare e del sistema linfatico, ecco perché occorre seguire un corso professionalizzante prima di effettuare un massaggio del genere. Il drenaggio manuale eseguito su casi di edemi linfovenosi dovuti alla chirurgia ha come obiettivo la riduzione dell’edema.
FONTI:
Wikipedia.org
Ospedale San Raffaele
Materiale didattico : Trattamento fisico dell’edema linfatico ( JP Belgrado , Dhrs)